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Con la pubblicazione del D.P.C.M. del 26 aprile 2020, le cui disposizioni saranno applicabili a partire dal prossimo 4 maggio, ci si è chiesti, tra le altre cose, se - con particolare riferimento alla Regione Lombardia - possa ritenersi consentito l’esercizio della attività di pesca sportiva.

Nel groviglio di norme, provvedimenti e «faq» di questi giorni, pare che tale quesito possa trovare risposta affermativa.

In effetti, l'art. 1, comma 1, l. f) di detto D.P.C.M. prevede la possibilità di svolgere, seppure individualmente, attività sportiva all’aperto, senza l’esclusione di alcuna disciplina. Inoltre, tra le attività produttive che, in base all’Allegato 3, sono consentite, vi è quella della pesca (non sportiva).

A oggi, la Regione Lombardia - che, con riferimento alle “attività motorie”, richiama quanto stabilito dal Decreto - non ha emanato provvedimenti che disciplinino espressamente la possibilità di svolgere tale attività e le relative modalità.

Tenuto conto della normativa vigente sull’intero territorio nazionale, pare dunque ragionevole ritenere che l’esercizio dell’attività della pesca sportiva sia consentito nella Regione Lombardia, purché:
1. sia rispettato il divieto di spostamenti, in entrata e/o in uscita, dalla Regione;
2. l’attività sia svolta individualmente;
3. siano in ogni caso e in ogni circostanza utilizzate misure idonee a rispettare le norme di distanziamento sociale e il divieto di assembramenti;
4. non si svolgano competizioni (deve intendersi infatti vietato lo svolgimento e l’organizzazione di gare agonistiche); 
5. l’attività sia svolta da persona abilitata all’esercizio della pesca sportiva e ricreativa in possesso di copia della comunicazione effettuata ai sensi del Decreto ministeriale 6 dicembre 2010;
6. siano in ogni caso rispettate sia le norme vigenti, riferite sia all’emergenza epidemiologica in corso sia alla pesca sportiva e ricreativa.